Oggi risulta più che mai utile e necessario ripristinare il processo logico deduttivo che l'umanità ha perso.
Questo si può fare ripristinando il linguaggio naturale e fisiologico, riacquistando in tale modo, tra le altre caratteristiche, anche la capacità di memorizzare e di recuperare la memoria.
Ricordiamo che questa capacità si è danneggiata nel corso del tempo per le azioni peccaminose delle coscienze e per le violenze effettuate sul genere umano.
Altrettanto necessario è studiare bene il linguaggio utilizzato valorizzando con l'intelligenza della comprensione il significato delle parole.
Bisogna prendere coscienza che generazioni intere hanno cercato e sviluppato, impostori di ogni genere hanno rubato, occultato, secretato ed impedito.
Esiste quindi il lavoro svolto da tutti coloro che nel passato si sono impegnati sinceramente e onestamente, tentando, così, di fare un passo in avanti verso l'evoluzione.
Ora, se si dice che anche Cartesio bruciò diversi libri antichi, a questo punto bisogna anche chiedersi il perchè e cosa si sia voluto nascondere ?
Questi libri potevano rappresentare un pericolo ? E l'inquisizione ecclesiastica, per la loro esistenza, poteva perseguitare i detentori di questi testi ?
Ma se questi testi erano antichi e non erano stati scritti da Cartesio, come tanti altri libri tenuti ben nascosti dai dotti di svariate epoche (a quanto sembra), chi li aveva scritti ?
Da dove provenivano ?
E, inoltre il loro solo possesso era un motivo valido e un pericolo tale da giustificare la loro distruzione ?
La distruzione dei testi trova la giustificazione necessaria nella paura per la propria incolumità ?
Oppure ci sono anche altri motivi di segretezza e soprattutto di interessi, la dove la pubblicazione e condivisione di questi testi avrebbe potuto far venir meno la notorietà, il prestigio e il potere derivante a chi ne era venuto a conoscenza e in possesso ?
Ricordiamo di nuovo che mentre generazioni intere hanno cercato e sviluppato, impostori di ogni genere hanno rubato e occultato.
Penso che sia giusto porsi tutte queste domande, se non altro anche è solo per ricordarci ciò che dice Immanuel Kant da Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?, 1784).
- « L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! lett.: "abbi il coraggio di conoscere!" Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo. »
In generale, se si osserva con la giusta attenzione tutta la tematica sviluppatasi nei secoli passati intorno alle nuove scoperte, soprattutto in campo scientifico, è evidente l'interesse di tutti a intestarsi il primato di una scoperta o di un invenzione.
È quello che è successo anche in una delle più famose polemiche scientifiche dell’età moderna, che ha visto coinvolti da una parte Isaac Newton e dall’altra Gottfried Leibniz.
Ma prima, anche altri eventi avevano già mostrato che qualcosa non funzionava come doveva e che molte scoperte scientifiche intestate ora all'uno e ora all'altro, molto probabilmente erano e sono da attribuire ad altri ricercatori, troppo spesso lasciati nascosti, ignorati o posti in luce completamente secondaria e irrilevante li dove invece si dimostra benissimo l'importanza che questi ultimi hanno rivestito nella storia per l'impegno profuso nella ricerca della conoscenza.
Nei suoi studi Nicola d’Oresme (1323-1383) considerò anche le figure a tre dimensioni. Oltre alla longitudo e alla latitudo di una forma, prese in considerazione anche la mensura o quantitas della forma, proporzionale all’area della figura che la rappresenta.
Dalla morte di D’Oresme (1382) alla nascita di Cartesio (1596) passano 214 anni. Le scoperte di d’Oresme sedimentano, vengono discusse ed elaborate e anche altri riflettono sugli assi.
Nel 1802, Charles Bossut, nella sua Storia della matematica, tentò di restituire a Viète la paternità delle prime applicazioni dell'algebra alla geometria. Lui scrive :
“Alcuni autori hanno stampato, altri hanno ripetuto, e noi ripetiamo ogni giorno in conversazione, che Cartesio è l'inventore dell'applicazione dell'Algebra alla Geometria. Questo non è corretto. Diamo a Cartesio più di quanto dovrebbe pretendere, e dimentichiamo troppo i diritti dei suoi predecessori, e in particolare quelli di Viète. "
Nel 1831, Joseph Fourier, nella sua analisi delle equazioni, cita Viète come uno dei matematici più illustri, il secondo inventore dell'algebra, dopo Al Kwarizmi .
Nel 1837, il geometra francese Michel Chasles fu uno dei primi a rivalutare il suo ruolo nell'istituzione dell'algebra moderna, in particolare in Panoramica storica sull'origine e lo sviluppo dei metodi in geometria.
Si dice che Pierre De Fermat era di origini umili: studiò tra grandi sacrifici, divenne avvocato e dovette lavorare molto duro per mantenere una numerosa famiglia. La sua passione per la matematica fu fortissima ma vi si poté dedicare solo nel tempo libero, tanto che fu chiamato il “principe dei dilettanti” in quanto era molto apprezzato per le sue teorie ma rimaneva comunque un non accademico, un “amatore” appassionato di matematica.
Questi sono solo alcuni tra i tanti motivi per cui molti studi non furono pubblicati e per cui oggi gli assi si chiamano Cartesiani e non in altro modo.
Le continue discussioni avvenute tra i vari autori e le dispute dialettiche e propagandistiche dell'epoca ci forniscono una chiara idea della situazione.
Non è quindi una supposizione astratta l'idea che in molti prendessero l'uno dall'altro informazioni, ma soprattutto che qualcuno avesse ritrovato manoscritti antichi, soprattutto se pensiamo che i crociati in medio oriente presero tutto quello che trovarono sia a Gerusalemme che altrove.
Bisognerebbe seriamente chiedersi Quanti libri antichi sono stati sottratti dalla libreria di Alessandria e che erano scampati al rogo ?
E' proprio vero che gli antichi non conoscevano il calcolo integrale e differenziale ?
Infatti, anche molti studiosi e lo stesso Newton dicono in modo implicito che molte scoperte e molti concetti non sono farina del proprio sacco :
- Se ho potuto vedere più lontano degli altri, è perchè sono salito sulle spalle dei giganti -
- Chi sono questi giganti, troppo spesso nascosti o sconosciuti ?
Infatti in molte situazioni le espressioni matematiche che spesso si espongono per spiegare le scoperte fatte mostrano in luce di grave carenza la conoscenza stessa dei temi studiati, perchè non completano la comprensione delle formule e dei teoremi elaborati con spiegazioni chiare, comprensibili e scientificamente dimostrabili ?
In molte formule, sotto la luce attenta, si vedono chiaramente i salti da un punto all'altro senza le connessioni complete per definire senza ombra di dubbio l'argomento studiato e troppo spesso viene usato un linguaggio e una modalità che non segue il processo logico deduttivo portando di conseguenza lo studente fuori strada, rendendogli impossibile l'apprendimento.
Inoltre quale significato dobbiamo attribuire al fatto che alla morte di Newton, nelle sue abitazioni fu ritrovato un baule pieno di libri sulle scienze occulte ?
Come ognuno può comprendere gli interrogativi a cui nessuno fino ad ora aveva voluto rispondere, piano piano si stanno facendo strada nel pensiero umano e molti ricercatori stanno incominciando a riflettere bene su ciò che è accaduto nel passato e su ciò che sta accadendo nel presente.
Allo stesso modo, come molti incominciano ad intuire e comprendere, il teorema di Pitagora non è mica così chiaro che l’abbia inventato Pitagora, tutt’altro. Anzi è molto probabile, cioè è sicuro che il teorema era conosciuto ben prima di Pitagora.
Ricordiamo che il teorema attribuito a Pitagora ha importanza anche come prototipo di conoscenza.
Infatti nella matematica il teorema di Pitagora si usa in svariati argomenti.
Questo teorema potendosi generalizzare, viene esteso a interi gruppi dove ha valore come principio e metodo in tantissime applicazioni scientifiche.